L’arrivo ad una maratona è un turbinio di emozioni, in cui rientrano la soddisfazione di essere arrivati al traguardo, vincendo prima di tutto una sfida con sé stessi, di avere o meno migliorato il proprio tempo, di poter esibire la medaglia con un sorriso in mille pose, riprese con selfie o con foto a busto intero. Nei giorni seguenti arrivano le foto predisposte dall’organizzazione, con l’impegno a scegliere le foto più belle, quelle in cui non si vedono le smorfie o la fatica, da pubblicare sui social o condividere con altri.
La foto assume una funzione terapeutica, prima di tutto verso sé stessi, perché racconta il proprio stato di euforia (le endorfine nel post gara rimangono in circolo più a lungo di quanto si possa credere), e consente di richiamare alla memoria alcuni specifici istanti della corsa appena conclusa (laddove ve ne fosse bisogno).
Tali foto non vengono battute da nessun altro tipo di scatto.
Eppure esiste un’altra serie di momenti, documentati da foto che non verranno mai pubblicate, perché meno autocelebrative e meno significative rispetto al passaggio sotto al traguardo o ad una medaglia al collo, oppure sfocate e buie, e che raccontano tutto quello che avviene nel pre-gara, foto che troppo spesso rimangono prigioniere dei cellulari e che difficilmente vengono condivise anche con chi era presente nella stessa foto.
Questo contributo vuole far emergere alcune di queste foto scattate durante la Maratona di Valencia, in cui tanti Purosangue si sono confrontanti con una delle maratone più coinvolgenti e partecipate al mondo.
Sono le foto di quando al buio, ci si avvia alla zona gara, imbacuccati di tutto punto per combattere le basse temperature, oppure inquadrature che sfatano gli ultimi 600 metri, prima che inizi la volata finale verso il traguardo.
Valencia Maraton: al buio ci si avvia alla zona gara (con Matteo Coppari e Luca Olivieri).
Valencia Maraton: il cartello dei 600 m all’arrivo (con Matteo Coppari, Marco Feliziani, Lucia Martinozzi e Luca Olivieri).
Sono le foto in cui ci si copre in maniera improbabile prima di iniziare la fase di riscaldamento ed entrare in griglia.
Valencia Maraton: dopo aver consegnato gli zaini al deposito bagagli ci si copre in ogni modo possibile per la fase di riscaldamento (con Mauro Dellerba, Matteo Girardi, Fulvio Palamidessi e Alberto Tistarelli).
Valencia Maraton: la fase di riscaldamento continua in griglia coinvolgendo decine di corridori (con Pierluigi Feliciani, Max Monteforte e Alberto Tistarelli).
Mancano 5 minuti allo start, tutti si svestono e rimangono solo le livree delle canotte delle società con cui si è tesserati.
Valencia Maraton: buttati via gli indumenti che riparano dal freddo emergono i colori delle società con cui si corre (con Francesco Anaclerico, Mauro Atzeni, Matteo Coppari, Tonino D’Anna, Mauro Dellerba, Pierluigi Feliciani, Marco Feliziani, Sarah Giordano, Matteo Girardi, Max, Marzia Keller, Monteforte, Fulvio Palamidessi, Chen Pandeng, Massimo Santamicone, Alberto Tistarelli, Erika Vendetti).
Valencia Maraton: gli ultimi passi verso la partenza (con Sarah Giordano ed Erika Vendetti).
Si fanno pochi passi in avanti e si è pronti per la partenza, è il momento dell’in bocca al lupo e dell’arrivederci al traguardo.
Valencia Maraton: con Francesco Anaclerico, Mauro Atzeni, Matteo Coppari, Tonino D’Anna, Mauro Dellerba, Pierluigi Feliciani, Marco Feliziani, Sarah Giordano, Max Monteforte, Fulvio Palamidessi, Alberto Tistarelli, Erika Vendetti.
Ma la domanda finale è: perché ti sei portato il cellulare in una maratona? Per memorizzare quelle fasi di un meraviglioso viaggio che dura 42.195 metri e che non vengono mai documentate in soggettiva.
Tommaso Empler