“Capire la tua agitazione, decifrare ciò che ti dice del tuo stato mentale e fisico è il primo passo per controllarla e farla lavorare per te”. Uno dei più grandi campioni di tennis si racconta senza pudore in un memoir che ha fatto scalpore nel mondo, non solo in quello del tennis.
Agassi odiava il tennis. Lo ha sempre odiato. Eppure è il numero uno da sempre. Il suo odio nasce durante l’infanzia, quando il padre lo obbligava a giocare a tennis sognando una carriera di vittorie e fama per un figlio che non ne voleva sapere di litigare con una pallina.
Un libro insolito dove emerge la rabbia di Agassi nei confronti del mondo che non ha mai compreso il suo dolore, del tennis, dei giornalisti, per non parlare dell’odio profondo per quelle conferenze stampa obbligatorie che lui saltava, quelle in cui gli hanno detto che era finito. Agassi in questa biografia ha dato libero sfogo a quella rabbia e ha guardato dentro la sua anima per cercare la sua essenza.
Tutto cambia quando capirà cosa lo fa sentire bene: aiutare gli altri. Si dedicherà anima e corpo alla costruzione di una scuola d’eccellenza in un quartiere a rischio di Las Vegas e allora giocare a tennis avrà uno scopo: raccogliere fondi per il suo progetto educativo.
Lo scopo diventerà ancora più bello e più grande dopo la nascita dei suoi figli. Con un unico filo rosso che unisce ogni cosa, il primo insegnamento alla sua accademia: il rispetto.