Perché si dica quel che si vuole, ma la maratona è un mix difficile da spiegare!
E’ quello strano calderone dove dentro vanno tutte le emozioni, i dolori, le angosce i pensieri che nell’arco delle settimane di preparazione ti circondano e all’improvviso o spariscono o si amplificano.
E’ il calderone dove la fatica di chi corre si unisce alle emozioni di chi aspetta lungo il percorso, dei compagni di squadra che non ti lasciano solo, degli amici di infanzia che percorrono km per venirti a vedere neanche puntassi al podio, del coach che ti da la giusta motivazione a non mollare perché l’obiettivo è arrivare e scrivere una nuova pagina del libro, dei compagni di allenamento che ti accompagnano per un tratto, neanche a farlo apposta, proprio nel momento in cui ne hai bisogno.
E’ il calderone dove prende forma un pianto di rabbia per un obiettivo non centrato, per crampi che hanno mandato all’aria un sogno, per sensi di colpa per quale motivo poi non si sa, o semplicemente è il pianto liberatorio della presa di coscienza che hai fatto l’impresa, perché la maratona è una impresa.
La Run Rome The Marathon è stato un insieme di emozioni che ha mostrato ancora una volta la forza di questa squadra, il senso di appartenenza, la condivisione di una esperienza, la voglia di emozionarsi anche con le gesta altrui.
Allora ben vengano altre mille gare e altre maratone per tornare ancora una volta a condividere emozioni e sospiri, metro dopo metro, uniti da una unica passione, quella per la corsa. Ben venga un’altra estate a 30°gradi all’ombra a preparare l’impresa, sveglie all’alba e petti di pollo in bianco per provare ancora una volta a dire: sono un maratoneta!
Noi Roma l’abbiamo fatta. Adesso tocca a voi a Berlino. A proposito. Ci vediamo anche a Firenze!
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